07/01/11

L'ETICA SENZA DOGMI - DAL RITIRO "IL PERCORSO DEL BUDDHA"

Discorso di Dharma di Thicn Nhat Hanh, dal ritiro a Plum Village (6 giugno 2009)


  • Siamo tante gocce d’acqua che si sono manifestate in molti luoghi diversi,in molti modi diversi. Adesso siamo insieme come un unico grande fiume che scorre sereno e gioioso. Questo fiume cambia continuamente, da un giorno all'altro, da un minuto all'altro,
    e non è esattamente lo stesso di poco prima.
    Il 21, quando il ritiro sarà finito, faremo ritorno nei molti luoghi ancora una volta, portando con noi, nel nostro mondo, l'energia generata praticando e vivendo insieme come un unico corpo. Qui, ora, viviamo con gioia ogni minuto, ogni secondo del nostro corpo del Sangha in continua evoluzione.
    Questo ritiro è una celebrazione, è una riunione di famiglia, è il festival del Dharma, non siamo catturati in uno schema rigido.
    Per il nostro ritiro abbiamo solo una semplice cornice, ci affidiamo con fiducia al fiume del Sangha, protetti dall'abbraccio amorevole del Sangha. Siamo liberi. Non s‘impara e si cresce solo quando ascoltiamo gli insegnamenti di Dharma o durante le pratiche formali, ma in ogni momento e in ogni situazione. Ogni cosa sorge e ritorna a questo grande fiume, il nostro corpo del Sangha. Il nostro corpo del Sangha è anche il Buddha, è il Dharma, è i tre gioielli che si manifestano per noi, proprio qui, proprio ora.
    Cosi come la nostra terra e il nostro cielo elargiscono ancora una volta su di noi il calore, la bellezza e tutti i piaceri di un inizio estate possa ognuno e tutti noi sbocciare con i fiori di loto, e sperimentare la gioia senza confini durante questo prezioso tempo insieme".
    Questo è stato scritto da uno di noi, non da Thay...
  • Buon giorno caro sangha, oggi è sabato 6 giugno dell'anno 2009, e siamo nella sala di meditazione Assemblea delle stelle, Lower Hamlet, nel nostro ritiro dei 21 giorni.
    In passato abbiamo descritto dukkha, la sofferenza, il malessere, in un modo che non è più significativo specialmente per i giovani. Abbiamo parlato di dukkha, malessere, in termini di nascita e morte, vecchiaia e malattia e cosi via... ma nascita e morte sono parte della vita, e come accettiamo la vita dobbiamo accettare la morte. Quindi nascita e morte non sono malessere. Naturalmente la nascita di un bambino implica pericolo, molti rischi, dolore... ma la nascita di un bimbo è qualcosa di meraviglioso per la madre, per il padre e per noi, ecco perché celebriamo il nostro compleanno. Buon compleanno a te! Quindi la nascita non è malessere, non è sofferenza, può essere gioia, dipende dal nostro modo di vedere.
  • Vecchiaia... ho scoperto che la vecchiaia è una cosa deliziosa, meravigliosa, siamo più calmi, andiamo più lentamente e possiamo gioire molto di più ora di quando eravamo troppo giovani. Non corriamo, ci prendiamo il nostro tempo, e assaporiamo ogni istante della nostra vita quotidiana, quindi la vecchiaia non è poi cosi male, la vecchiaia non è malessere, la vecchiaia può essere gioia.
  • Malattia... la malattia è parte della vita come la nascita e la vecchiaia. Se accettiamo la vita dobbiamo accettare anche la malattia. Quando eravamo piccoli ci ammalavamo più volte e perciò il nostro sistema immunitario si è fortificato. Se non ci ammalassimo da bambini da grandi saremmo deboli. Ammalarsi da piccoli significa apprendere come diventare più forti, è proprio perché il bambino si ammala, e si ammala così tante volte che il suo sistema immunitario diventa forte ed è perciò che la malattia è anche buona. Dobbiamo accettare tutto ciò, perché anche nella malattia c'è del bene, una sua bontà particolare, dipende da come osserviamo. Quindi la malattia non è malessere, sofferenza, possiamo ammalarci, ma non dobbiamo soffrire. La malattia è qualcosa di inevitabile,ma la sofferenza è opzionale. Puoi avere il raffreddore, ma non devi soffrire per questo! Ok, ho il raffreddore, e avere il raffreddore è normale, qualcosa che ti può accadere di tanto in tanto, per cui non devi soffrirne, anche se sei raffreddato ci sono cose che non puoi evitare, ma la sofferenza dipende da te! Quindi il dolore è qualcosa che non puoi evitare ma la sofferenza è opzionale. Puoi scegliere di soffrire o non soffrire, per cui nascita, vecchiaia e malattia sono naturali ed è possibile che tu non debba soffrire a causa loro, perché hai scelto di accettarle come parte della vita. Dipende da te. Per favore, ricorda: il dolore è inevitabile ma la sofferenza è opzionale! Puoi scegliere di non soffrire anche se stai provando dolore, anche in presenza della malattia in modo che la vita e la situazione possano essere diversi. Dipende dal tuo punto di vista.
  • Morte, anche la morte è parte della vita. Non è il nemico. Sappiamo che molte cellule del nostro corpo muoiono in ogni momento e perciò nascono nuove cellule. Quindi la morte avviene continuamente. Senza la morte la nascita non è possibile, per cui per poter accettare la vita devi accettare la morte. Immagina, se non ci fosse la morte, ci sarebbero solo persone molto vecchie che camminano così, (imita i vecchi che camminano curvi), per tutto il pianeta. [risata]
  • I bambini non potrebbero nascere. Alcuni di noi accettano la morte senza paura, come qualcosa di naturale. Se guardi più in profondità vedi che non stai morendo, stai continuando in altre forme. Quindi trasformarsi da una forma all'altra può essere qualcosa di gioioso come se tu fossi una nuvola e dovessi smettere di essere una nuvola per diventare pioggia e ti rendessi conto che essere pioggia che cade sulla terra è qualcosa di meraviglioso, quindi accetti la morte della nuvola per abbracciare la nascita della pioggia e non devi soffrirne.
    Perciò anche la morte si può accettare. Non devi soffrire a causa della morte, dipende dalla tua saggezza, dal tuo modo di vedere.
    La separazione da coloro che amiamo è sofferenza, è dukkha. Coloro ai quali eravamo attaccati, non vorremmo separarci da lui, da lei... ma se dovessero allontanarsi allora soffriamo, ma se abbiamo una profonda saggezza, se abbiamo una profonda aspirazione possiamo accettare la separazione al fine di adempiere il nostro voto, non dobbiamo soffrirne.
  • Riunione, essere costretti a vivere con chi non ami, chi odi, è sofferenza. Queste sono tutte descrizioni di dukkha, di malessere... ma se sei un bravo praticante, vedi che è una sfida, che è un'opportunità per praticare, quindi accetti lui, accetti lei e così la tua pratica cresce, il tuo amore la tua comprensione e il perdono aumentano e questo è meraviglioso ed ecco perché questo tipo di ri-unione con coloro... stare con coloro che non ti piacciono non è più qualcosa da descrivere come malessere e sofferenza. [vietnamita]
    Non ottenere ciò che vuoi, non ottenere ciò che vuoi è sofferenza, è malessere, è così che descrivevano dukkha in passato. Ovviamente se non otteniamo ciò che vogliamo soffriamo ma la verità è che qualche volta quando lo otteniamo soffriamo ancora di più!! (Risata), e dopo che l'abbiamo ottenuto non ne facciamo più tesoro. Vogliamo qualcos'altro. Questo è il vecchio modo di descrivere la sofferenza ma ora abbiamo un nuovo metodo. In qualità di insegnanti di Dharma dobbiamo renderci conto che la sofferenza del nostro tempo deve essere presentata, deve essere descritta diversamente e dobbiamo cominciare a parlare della tensione nel corpo... dello stress, questo è un tipo di malessere molto vicino a noi, dobbiamo riconoscerlo per potervi far fronte. La tensione, lo stress e il dolore nel nostro corpo.
  • Un insegnante di Dharma proprio ieri mi ha detto che oggi le persone sono talmente stressate, ecco perché ciò che apprezzano di più quando partecipano ai nostri ritiri è la pratica del rilassamento totale. Si sdraiano e hanno l'opportunità di rilassarsi e in quella posizione ricevono gli insegnamenti più facilmente, quindi offri una meditazione guidata, affinché le persone si rilassino e prendano contatto con il loro corpo, con le loro emozioni e rilascino le tensioni. Questo insegnante di Dharma ha detto che tutti hanno risposto alla pratica del rilassamento totale, alla meditazione guidata nella posizione supina, perché le persone sono così stressate, tutti hanno bisogno di riposare, di rilasciare le tensioni. Perciò quando organizzate un ritiro, il rilassamento profondo rappresenterà una parte molto importante. La meditazione guidata fatta nella posizione da supini può generare molto benessere.
  • Dentro di noi c'è violenza, c'è rabbia. La rabbia che si manifesta sottoforma di terrorismo e disperazione, l'atto del terrorismo può essere descritto come un atto di disperazione. L'atto del suicidio è un atto di disperazione. In Francia, ogni giorno, 33, 35 giovani commettono il suicidio. Nel Regno Unito sono ancora più numerosi e anche in molti altri paesi i giovani si tolgono la vita ogni giorno perché c'è tanta rabbia, c'è cosi tanta disperazione in loro e non sanno come gestirla. Questa è la vera sofferenza nella nostra società. C'è in loro molta tensione, stress, dolore, rabbia, disperazione ed ecco perché arrivano al suicidio. Dobbiamo aiutarli in qualità di insegnanti di Dharma, dobbiamo trovare il modo per aiutare i giovani in ogni paese. Le persone non commettono il suicidio quando sono povere ma quando sono disperate, arrabbiate e le persone non uccidono perché sono povere, le persone uccidono perché sono vittime della rabbia della disperazione e della violenza. Quindi, per aiutare i terroristi, per aiutarli a non essere terroristi, dobbiamo aiutarli a liberarsi dalla rabbia, dalla disperazione, dalla violenza che c'è in loro. Ucciderli non significa aiutarli.
    Famiglie sfasciate, ovunque, divorzio, famiglie distrutte. Dobbiamo essere attrezzati con un tipo di pratica e di insegnamento che possa essere utile in una tale situazione. Come aiutare una coppia a stare insieme più a lungo, come aiutare i bambini a continuare ad avere una famiglia, e a non soffrire a causa del divorzio a causa della famiglia separata.
    Terrorismo, distruzione di una vita umana, distruzione dell'ecosistema, guerra, riscaldamento globale . . . ecc.
  • Credo che la crisi economica, la recessione, la povertà, l’ingiustizia sociale, derivano tutte da questo tipo di sofferenza quindi chiamare la sofferenza, la vera sofferenza, con i suoi veri nomi, sarebbe di grande aiuto perché così sappiamo che tipo di medicina, di che tipo di nutrimento abbiamo necessità per poter affrontare il problema perché la verità sulla sofferenza, ci condurrà alla verità sulla cessazione di dukkha. Sappiamo che l'insegnamento del Buddha nella sua prima condivisione, il suo primo discorso di Dharma fu proprio sulle quattro nobili verità e la quarta verità è descritta come nobile, arya, nobile, arya è il termine sanscrito per nobile, è nobile perché ci conduce alla cessazione del malessere. La quarta verità è la via che conduce alla cessazione della sofferenza. E’ chiamata nobile via, aryamargga, il nobile percorso e in cinese significa retto, retto quindi nobile significa anche giusto e sappiamo che nobile sentiero consiste nel retto pensiero, retta visione, retta parola, retta azione, retti mezzi di sussistenza, quindi la parola retto è presente. Il termine sanscrito per retto è samyak, in pali samyak è sama. La moralità ha a che fare con ciò che è giusto e con ciò che è sbagliato. La moralità è un codice di condotta che ha autorità in materia di giusto e sbagliato. Ecco come definiamo la moralità. Un codice di comportamento che ha autorità in materia di giusto ed errato. La moralità può essere un codice ideale di condotta che noi vorremmo accettare e seguire. Vogliamo conoscere il giusto sentiero da percorrere, per evitare la sofferenza. Moralità significa anche etica. [vietnamese] è un codice di condotta che mostra il sentiero della virtù. L'etica è quella disciplina della filosofia che studia il comportamento umano distinguendolo in moralmente giusto o sbagliato. Quando il Buddha ha offerto il Nobile Ottuplice Sentiero, intendeva offrire una via per tutti noi, un percorso che conducesse alla cessazione della malessere, della sofferenza. Ma la domanda che le persone fanno è come definire qualcosa giusto, cosa intendi per giusto, cosa significa sbagliato? Quando diciamo retto pensiero, cosa intendi per retto pensiero? Tutti vogliono il giusto pensiero, ma che cos’è retto pensiero? Come devi pensare in modo che il tuo pensiero sia retto? Retta parola . . . cosa dire, quale tipo di linguaggio rende le tue parole giuste? Questa è la domanda e questo è il tema di una disciplina chiamata Etica normativa. Etica normativa, Normativa morale, dovrebbero esistere delle norme attraverso le quali giudichi che qualcosa è giusto o sbagliato. La norma è un tipo di criterio, [vietnamese] questo termine vietnamita definisce un tipo di norma attraverso la quale puoi giudicare se qualcosa è giusto o sbagliato. Perciò, quando il Buddha dice retta visione, gli chiediamo: "Caro Buddha come fai a sapere che questa visione è giusta?" Questa è la domanda fondamentale, ecco perché dobbiamo parlare delle norme, dei criteri e il primo di questi criteri che abbiamo citato è sofferenza e felicità. Tutto ciò che porta sofferenza è sbagliato, tutto ciò che può portare felicità è giusto, questo è uno dei criteri. Dukkha e sukkha. Abbiamo appena appreso sulla sofferenza che c'è differenza tra dolore e sofferenza e abbiamo detto che il dolore, se sappiamo come accettare il dolore, non dobbiamo soffrire, il dolore è inevitabile, ma la sofferenza che ne deriva è facoltativa. La separazione può essere dolorosa ma se sei animato da un forte ideale, da una forte vocazione, da una forte aspirazione, allo scopo di realizzarle accetti la separazione. Accetti di lasciare la tua famiglia, il confort della tua vita quotidiana al fine di impegnarti in un tipo di vita più dura, perché vuoi realizzare qualcosa d'importante. Ecco perché la separazione non è più dolorosa, c'è separazione, ma non c'è sofferenza.
    Quando Siddharta ha lasciato la sua casa, dovette lasciarsi indietro sua moglie, il suo bambino, la sua famiglia, tutto e accettare la dura vita di un'asceta, ma ci fu anche molto gioia in lui, perché fu capace di seguire il suo ideale, quindi, il fatto che tu soffra o meno dipende da te, dal tuo modo di vedere, dalla tua capacità di comprendere. Ecco perché la sofferenza non è una cosa semplice. Talvolta, il dolore è solo dolore, e quando sei in grado di accettare il dolore non soffri. Quindi deve esserci una qualche differenza tra dolore, mancanza di comodità e sofferenza e anche felicità. C'è differenza tra felicità e piacere?
    Perché molti di noi pensano al piacere in termini di felicità. Se ti inietti una dose di droga, eroina, dentro il tuo corpo ti senti molto felice ma tra di noi ci sono persone che non lo considerano felicità.
  • Tra di noi ci sono quelli che si sentono molto felici quando bevono molto cognac, alcol, c'è una sensazione di piacere, ma si tratta veramente di felicità? Quindi il piacere può essere diverso dalla felicità e ci sono tanti tipi di piacere che non assomigliano alla felicità ecco perché dobbiamo guardare più in profondità. Il dolore non è esattamente sofferenza, il dolore non può essere identificato come sofferenza e il piacere è qualcosa di diverso dalla felicità, il piacere non è esattamente felicità. Come l'escursionismo, se trascorri un'intera giornata a scalare, scalare, ti siedi ovunque e magari riporti qualche graffio o cose del genere e sembra che tu durante l'escursione, soffra e qualcuno potrebbe dire: "Quella persona non è saggia, è molto meglio stare a casa e guardare la TV! Guardare la TV è molto meglio che fare escursionismo". Tu che invece stai facendo l'arrampicata che ti piace tanto, quando sei in montagna pensi a quelli che stanno nel loro salotto, a guardare la TV, un programma dopo l'altro, provi pietà per loro! Quindi chi di voi due è felice? L'escursionista o colui che guarda la TV? Dipende...
    Oppure vai a scuola, ci sono quelli che vanno a scuola e lo considerano qualcosa di non piacevole. Devono andare a scuola ogni giorno e imparare cose nuove ogni giorno e soffrono ma ci sono bambini, giovani, che amano studiare! Che trovano felicità negli studi. Andare a scuola è dukkha o sukkha dipende da te! E’ molto difficile usare questo tipo di criterio per definire se andare a scuola è giusto o se è giusto non andare. Per cui questo criterio non è sufficiente per definire cosa è giusto e cosa è sbagliato.
    Le Quattro Nobili Verità, il primo insegnamento di Dharma offerto dal Buddha, sembra dica che tutto ciò che conduce alla sofferenza è erroneo e tutto ciò che conduce alla cessazione della sofferenza è giusto. Dobbiamo guardare in profondità nella natura della felicità e della sofferenza per comprendere. Per questo abbiamo un altra serie di criteri chiamati 'benefici' e 'non benefici', dannosi.
    Ciò che è benefico per voi, per la vostra salute, per la vostra comprensione, per il vostro apprendimento, tutto ciò è bene. Ciò che non è benefico ciò è dannoso, è sbagliato. Quando andate a scuola e imparate, ciò è benefico, hai qualcosa che ti sostiene nell'andare a scuola, nell'apprendimento.
    Quando bevi alcol provi piacere, ma sai che bevendo troppo alcol farai del male al tuo fegato. Questa è una serie di criteri che ti possono aiutare a vedere più chiaramente. Qualsiasi cosa che fai che è salutare per il benessere del tuo corpo, va bene - inclusi i movimenti in consapevolezza. Quindi se tieni conto di ciò, mentre fai i movimenti in consapevolezza, ne gioirai. Li percepirai come sukkha, li vedrai come sukkha, felicità. Ci sono formazioni mentali descritte come benefiche, come la gioia, come la compassione, come il perdono, come la comprensione, come l'amore e tutto ciò con cui entri in contatto: i semi della compassione, della gioia e della fratellanza in te si manifestano, ti rendono felice, ti aiutano a sviluppare la tua gioia e la tua felicità. Queste sono formazioni mentali benefiche e sai che anche nelle altre persone ci sono questi tipi di formazioni mentali benefiche, ed esistono dei modi per aiutare queste persone a entrare in contatto con le loro formazioni mentali benefiche, in modo che si manifestino, in modo che quelle persone siano felici e se gli altri sono felici, ne godrai anche tu. Quindi, cosa è benefico, cosa non è benefico? Ciò che è benefico appartiene al giusto, e ciò che non è benefico appartiene allo sbagliato.
    Esiste un'altra serie di criteri chiamati mengo, sei illuso o sei risvegliato? Sei risvegliato o sei illuso? Quando la tua mente non è sgombra non sei lucido. Prendi la decisione sbagliata, fai la cosa sbagliata. Giudichi in maniera errata quando non sei sveglio quando la tua mente non è libera. Supponi di bere troppo alcol, o supponi di essere sotto l'effetto di droghe, sei annebbiato. Potresti avere delle illusioni, qualsiasi decisione tu possa prendere in quel momento non può essere giusta. Supponi di essere arrabbiato con tuo figlio, molto arrabbiato con lui. Se in quel momento la tua rabbia ti impedisce di vedere chiaramente non sei lucido e in quel momento scrivi il tuo testamento e non vuoi che tuo figlio benefici della tua eredità, se prendi la tua decisione in un momento simile la tua decisione non è giusta. Perciò non fare niente quando non sei lucido. Quando la tua mente non è limpida, aspetta fin quando sei di nuovo te stesso, fin quando sei abbastanza sveglio per prendere la tua decisione. Quindi illusione e risveglio sono anche una serie di criteri che aiuteranno a determinare cosa è giusto e sbagliato. Se decidi di vendere la tua casa, se giochi d'azzardo e perdi e in quel momento vuoi recuperare, con questo tipo di mentalità decidi di vendere la casa per avere dei soldi e continuare a scommettere, in quel momento la tua mente non è chiara, sei trascinato dalle tue emozioni. Se dovessi firmare quel contratto per vendere la tua casa per utilizzare quei soldi nel gioco d'azzardo costringeresti tua moglie e i tuoi bambini a lasciare la casa e vivere fuori. Quindi prendere la decisione in quel momento è molto pericoloso. Una decisone presa in quel momento non può essere che una decisione sbagliata, ecco perché anche questo è un criterio veramente importante. Nella tradizione buddhista viene offerto anche un altro criterio apertura o ostruzionismo, ostacolare, l'azione è aprire o sbarrare, ostruire la via. Aprire, significa fare un'eccezione. Supponi di non voler mentire, tu credi che dire le bugie è sbagliato, dire la verità è sempre bene, e dire le bugie è sempre sbagliato. Ma supponi che qualcuno stia cercando qualcun altro per ucciderlo e ti chiede se hai visto quella persona, dove si nasconde. Se dici la verità, l'altra persona verrà uccisa. Quindi se dici la verità, uccidi delle persone, ecco perché sei costretto a dire una bugia. “No, non l'ho visto”, sei motivato dalla compassione, e ti apri, autorizzi te stesso, questa è una eccezione. La moralità senza questo tipo di flessibilità, non sarebbe intelligente ecco perché aprirsi, fare un'eccezione, acconsentire è una cosa molto importante da fare. Un dottore, il medico ha il diritto di dire una bugia al paziente? Si suppone che tu debba dire la verità all'altra persona, ma ci sono tanti modi per dire la verità, se tu non dici la verità nel momento giusto, nel posto giusto, l'altra persona può morire all'istante. Ecco perché è bene scegliere il momento buono, per informarlo, cosi che possa ricevere la verità senza subire un trauma troppo forte. Perciò non dire la verità o dire la verità in modi diversi, con modi abili, è ciò che anche il medico dovrebbe imparare. A volte noi scegliamo di non dire la verità per aiutare un altro a sopravvivere, quindi non è semplice, è complicato! Ecco perché abbiamo bisogno di comprensione profonda per essere capaci di praticare l’aprire la porta facendo eccezioni, sbarrare significa che c’è qualcosa che non è una brutta cosa ma devi farlo; c’é qualcosa che per sua natura non è una brutta cosa, ma bisogna astenersi dal farlo. E' come a Plum Village, sia ai monaci che alle monache e ai laici si consiglia di navigare su internet accompagnati da una seconda persona, non solo quando vanno al mercato o alla farmacia, alla posta. Devono essere accompagnati da un'altra persona che abbiamo chiamato secondo corpo. Questa è la pratica a Plum Village. Quindi quando si naviga su internet devono essere accompagnati dal secondo corpo in modo che non ci si avventuri in una realtà che non è salutare per loro, inoltre se sei un fratello anziano anche se tutti sanno che non hai mai navigato su certi siti, per fare da esempio per i tuoi fratelli e sorelle più giovani naviga su internet sempre in presenza di un altro fratello.
    Supponi di bere un bicchiere di vino ogni settimana, ogni fine settimana. Non ti sei mai ubriacato, bere un bicchiere di vino ogni fine settimana ti fa piacere, negli ultimi tredici anni non hai subito alcun danno, non ti sei ubriacato, e ora ti viene consigliato di astenerti, di smettere completamente con l'alcol. Ti chiedi perché, non ti ha mai fatto male per niente, perché dovresti privarti di questo piacere? Una signora nel Regno Unito, mi ha detto: "Negli ultimi tredici anni ho sempre bevuto un bicchiere di vino di sabato e non mi ha mai fatto male, perché devo ricevere il quinto addestramento alla consapevolezza e smettere con il mio bicchiere di vino? E’ un mio piacere!". Le ho detto: "So che hai perfettamente ragione quando dici che non ti ha mai danneggiato. Il fatto è che i bambini ripetono sempre ciò che vedono fare ai propri genitori, se i loro genitori fumano, fumeranno anche loro, tu non hai il seme dell’alcolismo in te ma i tuoi figli potrebbero averlo.” ecco perché smettere di bere significa sostenere i vostri figli. Non per il tuo bene ma per amore dei tuoi figli.
    Questo significa ostacolare le cose negative, il lesivo che può verificarsi in futuro, ostacolare, ostruire la via. Il ministero della circolazione in Francia ha messo un annuncio in televisione che dice: "Un bicchiere va bene, tre bicchieri buongiorno danni". (In francese: Un verre ça va, trois verres, bonjour les dégâts).
    Quindi, ci si aspetta che si beva con moderazione, ma il fatto è che se non bevi il primo bicchiere, non ci sarà mai il terzo bicchiere, per cui astenersi dal prendere il primo bicchiere significa ostacolare la via, ed è per questo che esiste una pratica chiamata [Vietnamita] che significa sbarrare la via. Non vi è nulla di male a navigare su internet, magari non ti accadrà mai niente, ma per il vostro fratello più giovane, per la vostra sorella minore di Dharma, potrebbe essere dannoso. Ecco perché voi siete d’esempio.
    Ci sono persone che bevono alcolici e guidano l’auto e tornano a casa sani e salvi. Sono molto fortunati e affermano: "Ho bevuto alcool e sto bene". Sono solo fortunati. Non bere alcolici prima di guidare significa porre una barricata per non soffrire, impedire che qualcosa di nocivo possa accadere.

    Questi sono anche una serie di criteri che vengono proposti dal Vinaya, gli Addestramenti alla Consapevolezza, gli insegnamenti sugli addestramenti alla consapevolezza nel Buddhismo.
    Esiste un altra serie di criteri chiamato, [vietnamita], I Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, I Dieci Addestramenti alla Consapevolezza che avete ricevuto, se non si infrangono restano intatti, non sono violati, ma se vengono infranti, a volte, sembra che non stai trasgredendo, ma in realtà non stai osservando la regola.
    Supponi di trovarti in un luogo dove qualcuno sta cercando di uccidere qualcun altro, tu potresti intervenire al fine di prevenire l’assassinio ma non lo fai. Anche se tu non sei l’assassino, questo è trasgredire. Stai violando il precetto perché il precetto è non uccidere. Tu non uccidi, ma permetti che avvenga l'uccisione. Noi lo chiamiamo il non intervento. Tu non intervieni ed è colpa tua. Quando ti trovi in una situazione tale si dovrebbe intervenire, non si può dire: "Beh, io non sono responsabile, non sono stato io a compiere quell’azione." ma tu eri lì e non sei intervenuto. Sei responsabile. Qualche volta siamo costretti a mentire per salvare una vita e non mentire è trasgredire. Apparentemente non mentire è la cosa giusta da fare, ma nella sostanza non mentire è sbagliato in quanto se non mentissi condanneresti a morte l’altra persona.
    Ecco perché anche questa serie di criteri sono importanti. Apparentemente sembra giusto, ma nel contenuto è sbagliato, a volte bisogna mentire, e qualche volta devi uccidere è molto difficile e l’etica applicata è un tipo di disciplina che studia quale sarà l’esito dal punto di vista morale in una specifica circostanza. Non si tratta solo di congetture, non devi solo affermare cosa è giusto o sbagliato, in situazioni particolari, bisogna mettere in atto le norme che hai stabilito.
    Parliamo della prima bomba atomica lanciata dal presidente Harry Truman, era il 6 agosto 1945, la prima bomba atomica fu sganciata su Hiroshima e 140 mila persone sono morte sul colpo. Prima che ciò accadesse il presidente Roosevelt affermò con estrema chiarezza che in guerra si deve fare del proprio meglio per non uccidere persone innocenti, per evitare di uccidere persone innocenti e anche il presidente Harry Truman disse la stessa cosa.
    Ma l'America era appena riuscita a creare le prime bombe atomiche e i consiglieri militari e politici gli suggerirono di usarle. In quel momento gli alleati erano già vittoriosi nel Pacifico, e ancora i consulenti militari e politici cercarono di persuadere il presidente Truman a usare la bomba atomica. Egli inizialmente non voleva farlo, perché era dell’avviso che non si doveva togliere la vita dei civili, quindi cercò di fare del suo meglio per evitarlo. Ma alla fine riuscirono a convincerlo a sganciare la bomba avvallando la tesi che il Giappone si sarebbe arreso dopo questa bomba, altrimenti la guerra avrebbe continuato più a lungo e molte persone sarebbero morte. Quindi se si uccide un numero di persone questo potrebbe porre fine alla guerra e risparmiare la morte di molte altre persone più tardi. Questo è quanto è stato argomentato, giusto o sbagliato, questo è uno dei casi in cui l'etica e la moralità dovrebbero essere applicate. Non è facile.
    Penso che la discussione deve essere stata molto lunga prima che la decisione venisse presa, far cadere la prima bomba atomica su Hiroshima. Il presidente Truman ha detto che dopo aver preso la sua decisione ha dormito come un bambino. Come si può dormire bene quando si sa in anticipo che 140.000 persone perderanno la vita? Forse ha trascorso talmente tante ore .ndo e discutendo, era esausto. La bomba fu sganciata il 6, il 7 il Giappone non si era arreso, l'8 il Giappone non ha ceduto, quindi c’era la tendenza a sganciare un'altra bomba. Così il 9 di Agosto è stata lanciata una seconda bomba su Nagasaki, una città più piccola, morirono 70.000 persone e sappiamo che l'effetto della bomba atomica dura a lungo, perché molte, molte persone, a causa degli effetti secondari hanno continuato a morire dopo.
    Eutanasia, controllo delle nascite, utilizzo della pillola, sono tutte circostanze in cui dobbiamo applicare la nostra comprensione dell'etica.
    E’ per questo che abbiamo bisogno dell’etica applicata, al fine di risolvere i problemi più difficili che stiamo avendo. Il problema del matrimonio tra persone gay, tra lesbiche, il diritto delle persone a morire nel modo che preferiscono, tutte queste situazioni necessitano l’etica applicata. Per questo noi come praticanti, dobbiamo pensare con chiarezza, dobbiamo praticare il guardare in profondità, dobbiamo usare la saggezza del Buddha, al fine di sviluppare un'idea molto chiara, un sentiero chiaro per noi per vivere conformemente a questa via e offrirla al mondo. Per questo ho detto che il nostro ritiro qui insieme è una sorta di meditazione collettiva. Abbiamo bisogno di respirare consapevolmente, sedere consapevolmente, riflettere consapevolmente, per generare retto pensiero, retta parola. Il vero retto pensiero, perché il vostro pensiero può essere sbagliato e voi pensate che sia un giusto pensiero. La decisione di sganciare le bombe è stato ritenuto un giusto pensare ma è giusto? Il nobile sentiero offerto dal Buddha non inizia con il giusto pensiero perché il retto pensiero deve basarsi su qualcosa per essere veramente retto e questo è la retta visione samyagdrsti e retta visione significa saggezza, prajna comprensione profonda, il risultato, il frutto della pratica di meditazione perché se pratichiamo la consapevolezza e la concentrazione è perché vogliamo avere una comprensione risvegliata e questa comprensione risvegliata, questa comprensione profonda, questa conoscenza, questa saggezza è retta visione e dovremo imparare che retta visione è l’assenza di tutte le visioni e per questo abbiamo bisogno del Sutra del Cuore un testo che recitiamo tutti i giorni e che ci fornisce tutti gli strumenti per avere la giusta comprensione chiamata giusta visione. A Plum Village usiamo dire che il retto pensiero é quello che va di pari passo con compassione e comprensione. Se un pensiero che produci non contiene in esso compassione e comprensione non è un giusto pensiero ma ciò significa che per essere un giusto pensiero deve avere la qualità della comprensione e comprensione è solo giusta comprensione. Quindi retta comprensione. La giusta visione è il fondamento di tutti i tipi di azioni. Sia che tu pensi, sia che tu parli, sia che tu agisca, tutto, se vuoi che sia retto deve essere fondato sulla giusta visione. La retta visione è il fondamento ed è per questo che per un percorso di etica globale dobbiamo offrire il meglio della tradizione buddhista, retta visione, retta comprensione la quale come impariamo nel Sutra del Cuore trascende tutti questi criteri, è il criterio assoluto che supera tutti questi cinque set di criteri (indica alla lavagna sofferenza-felicità, benefico-dannoso, risvegliato-illuso, aprire-ostacolare, integro-violato). Nel Sutra del Cuore impariamo che non c’è nascita, non c’è morte, né produzione, né distruzione, né aumento, né diminuzione e se continuiamo né retto né sbagliato, né sofferenza né felicità, né beneficio né danno e tutto questo è molto importante. Abbiamo la tendenza a credere che c’è qualcosa chiamato il bene, qualsiasi cosa accada noi pensiamo che quello è il bene, che siamo lì o non ci siamo il bene c’è sempre, che siamo vivi o già morti il bene è presente, questo è un credo è un conformarsi e può essere rappresentato da Dio o da un principio ma il bene è presente. Secondo molte religioni specialmente quelle teistiche, il mondo è stato creato da un Dio amorevole e potente, onnipotente e amorevole e l'uomo fu creato dopo che il mondo è stato creato, il mondo è stato creato come la dimora, il luogo dove gli uomini potessero vivere. E l’uomo è stato creato a immagine di Dio per essere figlio di Dio. Dio ha creato gli esseri umani con l’intelligenza, ragione, libertà e c’è uno schema, un piano un progetto di Dio e il mondo è l’arena, la piattaforma dove il piano, il programma viene realizzato e Dio è il legislatore che afferma: “Questo va bene si può fare, questo va male, non si deve fare.” e Dio rappresenta il bene. Questo è approssimativamente l'approccio religioso al problema del bene, questo è il bene, non importa cosa succede, che tu ci sia o no, questo è il bene. Che tu sia vivo o morto, questo è il bene.
    Ma negli insegnamenti buddisti le cose vengono viste in modo molto diverso. Il bene non è possibile senza il male. Il bene esiste perché esiste il male. E' come il loto e il fango, o la destra e la sinistra, o il sopra e il sotto, o il dentro e il fuori, o il soggetto e l'oggetto. Il bene e il male sono come tutto il resto, un paio come la sinistra e la destra, il soggettivo e l’oggettivo, il sopra e il sotto, e così via e se studiamo il Sutra del Cuore e l'insegnamento della Prajnaparamita vediamo che il bene e il male sono anche prodotti della nostra mente. Non è una realtà oggettiva. E'come la famosa coppia di essere e non essere. Molti di voi hanno .to i discorsi di Dharma sulla nascita e morte, e abbiamo parlato di essere e non essere. Ci sono quelli che dicono che Dio è il fondamento dell'essere, il fondamento dell'esistenza, ma l'essere è l'opposto di non essere come si può avere il concetto di essere se non si ha il concetto di non essere? Come si può avere la nozione della sinistra senza la nozione della destra? E la domanda che qualcuno ha posto è se Dio è il fondamento dell'essere chi sarà il fondamento del non essere. Quindi, identificare Dio con l'essere significa sminuire la sua grandezza, infatti Egli trascende sia l’essere che non il non essere. Essere e non essere sono idee, prodotti della nostra mente.

    Dio non può essere descritto in termini di essere e non essere e diciamo che essere o non essere, questa non è la domanda! La stessa cosa vale per il bene e il male. La nozione di bene, di bontà, nasce dal concetto del male, e la nozione di male è nata dal concetto di bontà e la realtà trascende i concetti di bene e male. E' la stessa cosa per l’idea che noi abbiamo una coscienza qui dentro e il mondo, la realtà, è qualcosa là fuori. Quindi c'è una separazione tra qui dentro e là fuori, il soggettivo e l'oggettivo che la realtà trascende e di cui si occupa l'insegnamento buddhista.


    Questo è il motivo per cui il Sutra del Cuore è così importante, l'insegnamento della vacuità, l'insegnamento dell’inter-essere, sono così importanti. Dobbiamo lentamente testimoniare e conoscere per esperienza diretta quel tipo di insegnamento in modo da avere veramente la giusta comprensione, retta visione. Una volta che abbiamo la giusta visione allora tutto sarà davvero giusto e questi sono solo mezzi, questi set di criteri sono solo strumenti, che in ultimo dobbiamo trascendere ed è per questo motivo che il sistema di etica proposto dalla tradizione buddista dovrebbe essere libero da qualsiasi dogma. Etica senza dogma perché dobbiamo essere liberi da tutti i concetti, tra cui le nozioni di bene e male, giusto e sbagliato.


    Mi ricordo l'ultima volta che eravamo in Italia, il nostro ritiro è stato così gioioso, con quasi un centinaio di bambini ed è stato anche un ritiro profondo. Anche il programma per i bambini è stato molto gioioso, c'erano molti giovani monaci e monache e giovani praticanti che si prendevano cura dei bambini.
    Mi recai in un negozio vicino e comprai un sacchetto di semi di mais, ne distribuimmo uno a ogni praticante e dissi loro: “Portalo a casa e piantalo in un vasetto e assicurati che la terra nel vasetto sia ben bagnata per permettere al seme di germogliare.” così, quando quella giovane pianta di mais germoglierà le parleremo. Ogni bambino, ogni adulto, ha ricevuto un seme ed è come per i compiti a casa, quando il fusto della piantina di mais ha due foglie possiamo rivolgerle la prima domanda: "Mia cara giovane piantina di mais ti ricordi quando eri un chicco di mais?" Attendi e .. "Mia cara giovane pianta di mais ti ricordi quando eri un seme di mais?" E forse la pianta di mais sarà sorpresa: "Io? Un seme di mais? Non ci credo!" E tu le rispondi: "., io ero lì proprio dall'inizio, ti ho portato a casa dal ritiro, ti ho messo in questo vaso, e ti ho innaffiato ogni giorno, ti ho visto germogliare e da un seme di mais sei diventata una pianta di mais. Anche se non ti piace accettarla questa è la verità." e cerchi di convincere la pianta di mais che una volta era un seme di mais.

    Puoi fare di meglio, puoi dire: "Cara pianta di mais, guarda dentro te stesso con intelligenza, puoi ancora vedere il grano, il seme di mais vivo in te non è più sottoforma di seme, ma è sempre in te , e tu sei quel seme di mais”. Anche se è difficile per la pianta di mais da accettare, ma questa è la realtà, infatti, la pianta del mais è la continuazione del seme di mais, è il seme di mais. Tu stai dicendo solo la verità, ma forse per la pianta del mais è difficile accettarlo.


    Quando avvicini un giovane e gli dici che sei la continuazione di tuo padre, tu sei tuo padre perché tuo padre è ora totalmente presente in ogni cellula del tuo corpo e questa è la verità e se hai il tempo di rifletterci su, accetterai il fatto che discendi da tuo padre, che sei la continuazione di tuo padre e tuo padre è pienamente presente in te, in ogni cellula, e qualunque cosa tu faccia tuo padre lo sta facendo con te. Quando sei arrabbiato, tuo padre si arrabbia e quando ti arrabbi con te stesso, ti arrabbi con tuo padre e quando ti arrabbi con tuo padre, ti arrabbi con te stesso. Tutte queste cose sono difficili da accettare da parte dei giovani, ma questa è la verità.



    Un giorno ricordo stavo camminando per le strade di Londra e ho visto un libro esposto in una libreria, credo che il libro era sulla psicoterapia e il titolo era: "My Mother, Myself”, (Mia madre, me stessa, Nancy Friday). Ho pensato che l'insegnamento che riportava doveva essere simile. Non ho comprato il libro, sapevo quello che doveva esserci scritto! Il Sutra del Cuore non è filosofia, non è speculazione. Il Sutra del Cuore ha a che fare con la nostra vita quotidiana reale. Pensi di essere una persona diversa da tuo padre, ma tu sei lui, sei la sua continuazione, non c'è padre, non c'è figlio, questo è il messaggio offerto dal Sutra del Cuore: non c'è padre, non c’è figlio. Non c'è nessun padre separato, non c'è nessun figlio separato, il padre è nel figlio, il figlio è nel padre. Padre e figlio inter-sono e questo è il modo di vedere dobbiamo allenarci a usare questa maniera di vedere in modo che un giorno raggiungeremo la retta visione, prajna. Il tipo di comprensione che può portarci sull'altra sponda, la sponda del non inganno. La sponda dell’illuminazione e tutto quello che facciamo, pensiamo, diciamo sarà giusto ed è per questo che la giusta visione è il fondamento di tutto ciò che potrà essere definito retto.


    Uccidere l'ecosistema significa uccidere te stesso. L'ecosistema è in te, tu sei l'ecosistema. Tu sei il pianeta, il pianeta è in te. Qualsiasi danno che fai all'ambiente, lo fai a te stesso e l'insegnamento è molto chiaro nella letteratura della Prajnaparamita, nel Sutra del Diamante s’impara che il concetto di uomo deve essere rimosso. L'uomo non può esistere senza elementi di non uomo. Se il minerale, il vegetale, l'animale non ci sono, l'uomo non può esserci. Quindi, guardando l'uomo dovremmo vedere gli elementi di uomo e non per proteggere gli elementi uomo non proteggiamo l'uomo. Sappiamo molto bene che abbiamo degli antenati, che i nostri antenati non sono solo esseri umani, perché i nostri antenati umani sono ancora molto giovani, siamo apparsi sulla terra molto tardi nella storia della vita. Abbiamo antenati animali sono ancora lì in noi, il rettile, il pesce e così via, sono ancora nel nostro sangue. Adesso noi siamo loro, non siamo stati loro solo in passato, ma continuiamo a essere loro nel momento presente. Abbiamo antenati animali, abbiamo antenati vegetali. Nei racconti Jataka,(una raccolta di oltre 500 racconti che narrano le vite anteriori del Buddha), il Buddha è stato descritto come un albero, un frutto, una roccia e infatti siamo stati, in passato, una roccia, un albero, una nuvola ma non solo nel passato. Noi continuiamo a essere una nuvola ora, ci sono un sacco di nuvole dentro di noi, tutti i giorni beviamo nuvole. Abbiamo minerali come antenati e solo guardando profondamente dentro noi stessi, vediamo che noi siamo la storia completa della vita, che noi siamo il pianeta. Prenderci cura di noi significa prendersi cura del pianeta e prendersi cura del pianeta significa prendersi cura di sé.

    Nel Sutra del Cuore s’impara che non c’è una prima nobile verità, non c’è una seconda nobile verità, non c'è una terza nobile verità, non c’è una quarta nobile verità, perché la prima è la seconda, la prima è la terza, la prima è la quarta, non vi è alcuna separazione e questa è giusta comprensione, giusta visione. Se i palestinesi capiscono questo vedrebbero che sono allo stesso tempo israeliani e se gli israeliani capiscono questo, comprenderebbero che i palestinesi sono loro stessi e fare del male, punirsi l’un l’altro non è la cosa giusta da fare. Quindi, la retta visione è molto importante, la retta comprensione è molto importante. Con la retta visione ti accorgi che la persona che stai per uccidere è te stesso. Se c'è un conflitto tra il padre e il figlio, e se padre e figlio hanno la retta visione, vedranno che sono l’un l’altro, e far soffrire l'altro è come far soffrire se stessi. Ecco perché un codice di etica, un codice di moralità, dovrebbe includere, dovrebbe rappresentare, dovrebbe esprimere quel tipo di intuizione, quella comprensione profonda di inter-essere, non dualismo. Perciò, per favore, quando condividete sul primo addestramento alla consapevolezza, non uccidere, fatelo in modo che gli altri abbiano quella intuizione, perché le persone si uccidono a vicenda proprio perché non hanno la comprensione profonda dell’inter-essere. Non vedono che la persona che stanno uccidendo è loro stessi. Dovremo presentare tutti gli addestramenti alla consapevolezza allo stesso modo, perché se consumi senza consapevolezza, stai distruggendo te stesso, stai distruggendo il pianeta e il fondamento di tutte i cinque precetti, dei cinque addestramenti è la comprensione profonda, la retta comprensione, quel tipo di visione profonda che può portarti all’altra sponda, la sponda del benessere, la cessazione del malessere e alla luce di questo dobbiamo studiare il Nobile Ottuplice Sentiero.

    Cos’è il retto pensiero? Il retto pensiero è quel modo di pensare che va di pari passo con la comprensione profonda della non dualità, della vacuità, dell’inter-essere. Per noi praticanti è possibile produrre pensieri che vanno insieme con quella comprensione profonda e i pensieri prodotti in questo modo guariranno noi stessi e il mondo perché elimineranno separazione e disperazione e i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza non sono i cinque comandamenti provenienti da un’autorità come un Dio, ma provengono dalla nostra saggezza, dalla nostra comprensione profonda che è il risultato della nostra pratica di presenza mentale e concentrazione. Quindi la cosa migliore che possiamo offrire al mondo come praticanti, il prodotto che possiamo offrire al mondo è la comprensione profonda. Quella intuizione profonda che non è possibile senza presenza mentale e concentrazione e che ci libererà, ecco perché per vivere la nostra vita in presenza mentale e concentrazione significa continuare a produrre comprensione profonda per la nostra liberazione, per la nostra guarigione, per il nostro nutrimento e liberazione, per la liberazione, guarigione e nutrimento del mondo. Quindi, per favore, studiamo ancora il Nobile Ottuplice Sentiero e vediamo ancora il retto pensiero, retta parola, retta azione, retto sostentamento alla luce della giusta comprensione, samyagdrsti, quel tipo di visione che trascende tutte le visioni. Tutti gli insegnamenti del Buddha dovrebbero essere considerati degli strumenti e non verità assolute incluso l'insegnamento di impermanenza, non sé e inter-essere.


    Puoi essere in grado di rimuovere il concetto di permanenza, ma potresti rimanere intrappolato dalla nozione di impermanenza e l'impermanenza non aiuta, non pensare di aver ottenuto ciò che il Buddha vuole che tu raggiunga, no, non ce l’hai. Devi abbandonare la tua impermanenza. Devi essere libero non solo dal concetto di permanenza, ma anche dal concetto di impermanenza.
    Soffri perché sei catturato dal concetto di un sé, ma se rimani intrappolato nel concetto del non sé continuerai a soffrire ed è per questo che devi superare il concetto di non sé. Questo è il motivo per cui la retta visione è la rimozione di tutti i tipi di visioni, inclusa la visione di impermanenza, di non sé, di inter-essere e così via e questo è l'essenziale della Prajnaparamita.

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