21/01/11

“Il rumore della neve: fermarsi e guardare” Campo di consapevolezza per giovani

Supponete di avere una manciata di sale e di versarla in una ciotola d’acqua, mescolando: a quel punto l’acqua contenuta nella ciotola sarà troppo salata per poterla bere. Se invece buttate la stessa manciata di sale in un fiume, questa non renderà salato il fiume e la gente potrà continuare a berne l’acqua. Quando sei soltanto una ciotola d’acqua, soffri; quando invece diventi un fiume non soffri più. (...) Ognuno di noi si deve chiedere: quant’è ampio il mio cuore? Come posso aiutare il mio cuore a diventare più grande, più spazioso ogni giorno?”( Thây, il Cuore del cosmo)


Il ritiro d'inverno di Wake Up Italia si è svolto tra le dolci colline del Mugello (Firenze), nella casa di Yana e Laura, in un'atmosfera di raccoglimento e gioiosa collaborazione.Il Consiglio del ritiro era formato da Silvia, Yana, Sara, Ilaria e Veronica (che non ha potuto partecipare al ritiro ma ci ha aiutate in fase di progettazione) che avevano lavorato nel mese di dicembre per preparare il programma e tutto era stato predisposto con cura.
Delle/dei 19 partecipanti Yana, Silvia, Sara, Mariella, Ilaria, Nicola, Vania, Lucia, Federico, Paola e Carlotta portavano ancora nel cuore la luminosa esperienza condivisa a Plum Village durante il ritiro estivo. Marianna, che era stata nello staff giovani del ritiro di Thay in primavera a Castelfusano, aveva trasmesso il suo entusiasmo a quattro nuove amiche: Valentina, Fabiana, Beatrice e Federica.
A loro si sono aggiunti Nicola di Pavia, ed Edith, del sangha di Casale Monferrato.
Si sono uniti a noi per una giornata anche Marco, il ragazzo di Yana, Jan ed Elisa.
Il ritiro, nato grazie anche alla spinta data da Thay, durante il ritiro estivo a Plum Village, verso una presa di responsabilità da parte dei/delle giovani, è stato pensato come interamente autogestito.
Il Consiglio ha pensato, così, di prendersi in carico anche la responsabilità della cucina, consentendo alle praticanti più esperte (Laura, Paola e Mariella) di essere sgravate da compiti organizzativi per poter essere più di sostegno a tutte e tutti nella pratica. A loro va un profondo ringraziamento per esserci state di supporto, sempre pronte ad intervenire quando ce n'era bisogno, ma pronte anche a non fare nulla quando eravamo in grado di cavarcela da sole.
Abbiamo scelto di adottare una dieta biologica e vegana, per dare la possibilità a tutti di imparare come sia possibile alimentarsi in maniera gustosa e nutriente, riducendo la sofferenza nel mondo.
Abbiamo cercato di fare in modo che più persone possibili si facessero coraggio nel provare a guidare alcune pratiche, come la meditazione del cibo, il risveglio del corpo o suonare la campana di inizio attività, ma anche pratiche più impegnative come il rilassamento profondo, la meditazione della musica, la facilitazione delle condivisioni. La meditazione del mattino è stata guidata da Mariella, Paola e Laura.
La prima sera, durante l'orientamento, abbiamo ascoltato una registrazione di un discorso di dharma di Sister Jina del 2004, dove viene proprio spiegato il significato, nella nostra tradizione, della pratica del “fermarsi e guardare in profondità”. Il secondo giorno abbiamo guardato il video di un insegnamento molto toccante di Thay, del marzo 2010, in cui parla di quanto si stava bene nell'utero delle nostre mamme, e poi della nostra nascita, del taglio del cordone ombelicale e della nascita della paura e del desiderio originari. Il terzo giorno abbiamo avuto la grande gioia di avere con noi Diana Petech, che ci ha offerto un meraviglioso insegnamento di dharma ed una sessione di domande e risposte, oltre ad aver condiviso con noi un'intera giornata di pratica.
Diana ci ha regalato, in particolare, due immagini molto significative, che ci hanno toccate/i nel profondo.
La prima è quella della formazione di volo degli stormi di oche selvatiche, che ci ha permesso di guardare in profondità nella natura del sangha, capendo quanto sia importante essere stormo ed allo stesso tempo suggerendoci di non avere ruoli fissi.
Ogni oca selvatica sa, per sua natura innata, dove è il sud, quale è la direzione da seguire. Nello stormo in migrazione chi è alla guida fa più fatica perché deve vincere l'attrito dell'aria, mentre le altre viaggiano sulla scia che viene prodotta dalle sue ali: perciò è importante potere essere sostituita in volo da chi ha conservato maggiori energie e così le oche selvatiche continuano a scambiarsi di posto. I più piccoli vengono messi al centro dello stormo in modo da potere essere sostenuti e accompagnati dagli adulti, mentre ogni oca anziana è assistita da un'altra oca in forze, in modo che, nel caso in cui si sentisse troppo stanca per proseguire, possono staccarsi in due dallo stormo per scendere a terra a riprendere fiato, e poi proseguire, una volta rifocillate, unendosi allo stormo successivo.
La seconda immagine suggeritaci da Diana, è la metafora della ciotola e del fiume, tratta dall'insegnamento di Thay sull'inclusività: “Quando sei una ciotola d'acqua soffri, se invece diventi un fiume non soffri più” (Il cuore del cosmo, pag. 225) e ci è stata preziosa per affrontare alcuni momenti molto intensi, in cui veniva espresso un profondo dolore.
Un'altra attività proposta una sera, è stata quella di scrivere su un foglietto di carta un qualcosa di sé, della propria vita, dell'anno appena trascorso, che ci ha fatto soffrire e che ci piacerebbe trasformare nell'anno nuovo. Una volta condiviso abbiamo abbiamo bruciato il bigliettino nel fuoco, e poi, una/o alla volta, ci siamo traferite/i in un'altra stanza, dove Mariella ha guidato un laboratorio espressivo con il colore, e dove abbiamo potuto dipingere con colori accesi quello che avevamo nel cuore.
È stato molto bello poter toccare con mano come, nel corso delle giornate, si sia alimentata e sia cresciuta l'intelligenza e la saggezza del nostro giovane sangha. Abbiamo visto arrivare le risposte ad alcune domande, risposte che non sono state calate dall'alto, ma sono emerse dalla pratica collettiva. Abbiamo sentito profondamente l'importanza della pratica personale di ognuna e ognuno nel sostenere e nutrire l'energia del sangha. Ci siamo sentite/i profondamente umane/i nelle difficoltà che sono emerse, e abbiamo coltivato la capacità di accogliere ogni cosa sentendo la bellezza che sta nel potersi dare la possibilità anche di sbagliare, e la fortuna che sta nell'avere gli strumenti per trasformare la sofferenza e il fango in meravigliosi fiori di loto.

Alla fine del ritiro, con grande generosità, Valentina ci ha offerto di prepararci un sito web ed abbiamo accolto con gioia la proposta, a cui il gruppo di Roma sta già lavorando.
Inoltre, poco dopo la fine del ritiro, è arrivata la proposta da parte di un'aspirante Thiep Hiehn, di aiutare nella formazione di un sangha giovani a Pavia.
Si è costituito, inoltre, il Consiglio per l'organizzazione del ritiro di primavera che vedrà la presenza di alcuni/e monaci/che di Plum Village, che sarà formato da: Marianna, Paola, Silvia, Ilaria, Sara (con il sostegno anche di Vania e – forse – Veronica).
Ci siamo lasciate con la rinnovata intenzione di dirigerci verso questo nuovo ritiro in primavera avendo cura dell'armonia del sangha.

Silvia, Yana, Ilaria, Sara

Nessun commento:

Posta un commento