(tratto da: Paul Köppler "Così parlò il Buddha")
"Una sera il Buddha fece visita a suo figlio Rahula, anch’egli divenuto monaco. Rahula offrì a suo padre e Maestro un posto a sedere e dell'acqua per lavarsi.
Dopo essersi lavato i piedi, il Buddha cominciò a dare a suo figlio un insegnamento, esortandolo con forza a non mentire mai.
Poi gli domandò: "A cosa serve uno specchio?". Rahula rispose: "Per vedersi riflessi nello specchio". Il Buddha continuò: "È proprio così. Allo stesso modo devi portare a compimento i tuoi pensieri, le tue parole e le tue azioni soltanto quando li avrai osservati come se fossero riflessi in uno specchio. Dovresti sempre chiederti: questa azione causa dolore e sofferenza a me stesso o agli altri? È un'azione non salutare e dà luogo a conseguenze dolorose? In questo caso dovresti tralasciarla. Se però riconosci che un'azione ha conseguenze favorevoli e salutari per te stesso e per gli altri, allora dovresti compierla.
Si dovrebbe riflettere così sempre: prima di ogni azione, ma anche mentre la stiamo compiendo e dopo averla compiuta. Prima di un'azione non salutare puoi ancora decidere di non portarla a compimento e durante un'azione non salutare puoi ancora interromperla. Se però hai già concluso un'azione e riconosci che ha causato sofferenza, allora ne proverai vergogna e orrore e deciderai di tralasciarla in futuro. Se invece vedi che hai fatto qualcosa di buono, te ne rallegrerai e perciò potrai continuare a sviluppare ulteriormente quanto c'è di salutare”.
Il Buddha concluse la sua esortazione dicendo: "Tutti i praticanti che hanno cambiato le loro azioni in passato ci sono riusciti soltanto sulla base della loro costante osservazione e riflessione. Tutti coloro che desiderano cambiarle ora, e aspirano a percorrere con successo la via spirituale in futuro, devono riflettere sulle loro azioni. Per questo dovresti proporti di comportarti in modo più salutare, osservando con attenzione i tuoi pensieri, le tue parole e le tue azioni e riflettendo su di essi".
Majjhima Nikaya, 61
Non esiste una via per la felicità. La Felicità è la Via. La Via della consapevolezza, della Presenza mentale e della Compassione
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10/03/11
13/12/10
COME E PERCHE CREDERE AI MAESTRI SPIRITUALI?
Una volta il Buddha, insieme a molti monaci, arrivò in una città i cui abitanti lo accolsero con gentilezza. Alcuni gli resero omaggio, altri lo salutarono, alcuni si presentarono, altri si misero a sedere senza dire nulla.
Poi dissero:” Qui da noi arrivano alcuni insegnanti spirituali che danno valore soltanto alle loro convinzioni e ai loro insegnamenti, mentre disprezzano e condannano gli altri insegnanti e i loro insegnamenti. Per questo spesso siamo in dubbio su chi di loro insegni il vero e chi il falso”.
Il Buddha rispose:” Avete ragione ad essere incerti e a dubitare. In questo caso infatti il dubbio è assolutamente giustificato.
Quando ascoltate degli insegnamenti, non credete in essi solo perché li avete ascoltati, o perché vi sono stati trasmessi, o ancora perché altre persone hanno la stessa opinione. Non credete in essi solo perché così è riportato nelle sacre scritture o perché quegli insegnamenti suonano logici e razionali. Non vi fidate di nessuna teoria rinomata e nemmeno di ciò a cui credono in molti. E neanche accettate qualcosa perché vi piace o perché è stato detto da un maestro spirituale. Se da voi stessi riconoscete che un insegnamento non è salutare, poiché, se viene seguito, porta danno e sofferenza, allora dovete abbandonarlo. Se però riconoscete che un insegnamento è salutare, poiché, se viene seguito, porta beneficio e felicità, allora dovete accettarlo”.
Poi il Buddha chiese: “pensate che l’avidità, l’odio, l’ignoranza portino beneficio o danno?”
“Danno!” risposero gli abitanti della città.
Il Buddha continuò: “Quando la mente è posseduta dall’avidità, dall’odio, dall’ignoranza, allora si uccide, si ruba, si ha una condotta sessuale non salutare, si dicono menzogne, e si spingono anche gli altri ad agire allo stesso modo. Tutto ciò provoca infelicità, che dura anche a lungo.
Se invece evitate l’avidità, l’odio, l’ignoranza, allora le vostre convinzioni e le vostre azioni condurranno alla benedizione e al benessere”.
Il Buddha aggiunse: “Per questo motivo vi ho detto che dovete riconoscere da voi stessi in quale insegnamento potete credere e in quale no.
Se vi siete liberati da desiderio e avversione, allora potete, con consapevolezza e chiara comprensione, offrire a tutti gli esseri umani amore, gioia, compassione e comprensione. Così potete irradiare nel mondo la gentilezza amorevole.
Se vi riuscirete, potete aspettarvi due vantaggi:
se c’è un aldilà e un effetto postumo delle vostre azioni, certamente rinascerete in un mondo celeste di felicità. Se invece non c’è un aldilà né un effetto postumo delle vostre azioni, allora già ora, in questa vita, sarete privi di odio e avversione e perciò felici e liberi dalla sofferenza”.
Poi dissero:” Qui da noi arrivano alcuni insegnanti spirituali che danno valore soltanto alle loro convinzioni e ai loro insegnamenti, mentre disprezzano e condannano gli altri insegnanti e i loro insegnamenti. Per questo spesso siamo in dubbio su chi di loro insegni il vero e chi il falso”.
Il Buddha rispose:” Avete ragione ad essere incerti e a dubitare. In questo caso infatti il dubbio è assolutamente giustificato.
Quando ascoltate degli insegnamenti, non credete in essi solo perché li avete ascoltati, o perché vi sono stati trasmessi, o ancora perché altre persone hanno la stessa opinione. Non credete in essi solo perché così è riportato nelle sacre scritture o perché quegli insegnamenti suonano logici e razionali. Non vi fidate di nessuna teoria rinomata e nemmeno di ciò a cui credono in molti. E neanche accettate qualcosa perché vi piace o perché è stato detto da un maestro spirituale. Se da voi stessi riconoscete che un insegnamento non è salutare, poiché, se viene seguito, porta danno e sofferenza, allora dovete abbandonarlo. Se però riconoscete che un insegnamento è salutare, poiché, se viene seguito, porta beneficio e felicità, allora dovete accettarlo”.
Poi il Buddha chiese: “pensate che l’avidità, l’odio, l’ignoranza portino beneficio o danno?”
“Danno!” risposero gli abitanti della città.
Il Buddha continuò: “Quando la mente è posseduta dall’avidità, dall’odio, dall’ignoranza, allora si uccide, si ruba, si ha una condotta sessuale non salutare, si dicono menzogne, e si spingono anche gli altri ad agire allo stesso modo. Tutto ciò provoca infelicità, che dura anche a lungo.
Se invece evitate l’avidità, l’odio, l’ignoranza, allora le vostre convinzioni e le vostre azioni condurranno alla benedizione e al benessere”.
Il Buddha aggiunse: “Per questo motivo vi ho detto che dovete riconoscere da voi stessi in quale insegnamento potete credere e in quale no.
Se vi siete liberati da desiderio e avversione, allora potete, con consapevolezza e chiara comprensione, offrire a tutti gli esseri umani amore, gioia, compassione e comprensione. Così potete irradiare nel mondo la gentilezza amorevole.
Se vi riuscirete, potete aspettarvi due vantaggi:
se c’è un aldilà e un effetto postumo delle vostre azioni, certamente rinascerete in un mondo celeste di felicità. Se invece non c’è un aldilà né un effetto postumo delle vostre azioni, allora già ora, in questa vita, sarete privi di odio e avversione e perciò felici e liberi dalla sofferenza”.
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